PERDERE AEREI AI TEMPI DEL COVID
domenica 26 dicembre 2021 ore 7:40 (o 7:20)

“Ma come!?!?” direte. Effettivamente ormai dovrei avere ben chiaro come funzioni sta storia dei viaggi, e invece stavolta ho fatto un po’ di casino. 

Quindi: volo previsto alle 7:20, ma io mi confondo con quello del ritorno, che è alle 7:40. Partiamo comunque giustini e per strada c’è un nebbione tremendo che ci costringe ad andare piano e accumulare ritardo.

Arrivo al check in ginocchio supplicando la hostess di farmi imbarcare, ma avendo il bagaglio da stiva ed essendoci troppo poco tempo disponibile, rimango a terra.

Cerco di ricacciare giù in gola il demonio della disperazione e inizio a pensare alle possibili soluzioni.

Mi rivolgo a un paio di biglietterie ma il 26 dicembre non c’è nessun volo che mi faccia arrivare in Islanda prima di subito. 

Guardo su Skyscanner e trovo una combinazione Ryanair+easyJet con scalo ad Edimburgo che mi farebbe arrivare con solo 6 ore di ritardo sull’orario originale ma me lo faccio andare bene. Quindi vado in biglietteria Ryanair+easyJet per comprarlo. 

Ma la tizia mi dice che lei può vendermi solo la tratta da Venezia, e non la seconda tratta di Edimburgo. Procedo dunque con l’acquisto su Skyscanner. 

Skyscanner però non mi permette di acquistare il bagaglio da mettere in stiva, torno dunque dalla tizia per prendere almeno la prima tratta mentre cerco di comprare la seconda sul sito di EasyJet. Dev’essere la prima volta che si ritrova a fare un’ operazione del genere perché sembra non capire da dove deve iniziare. 

Nel frattempo dietro di me si accumula una discreta coda di viaggiatori greci che sono stati respinti all’imbarco per via di non ho capito quale problema coi tamponi, e sono tutti molto incazzati. Quindi li fa passare davanti a me, per poi tornare ad occuparsi dei miei casini e arrivare alla conclusione che insomma sti voli me li devo comprare da sola.

Ho solo un dubbio, e cioè che il mio tampone, effettuato il 24 dicembre, sia ancora valido. La signorina dice di sì, fa una telefonatina per togliersi ogni dubbio e sì, mi conferma che in Scozia guardano la data del tampone, non l’orario. Quindi serena me ne torno a casa.

Alle 11 mio papà mi ricarica in macchina e mi porta all’aeroporto di Treviso, arriviamo con ben due ore di anticipo. Giriamo tutti i parcheggi prima di capire che l’aeroporto ce l’avevamo alle spalle. 

Con un certo sollievo mio papà mi scarica e io me ne vado incontro al mio destino. 

sono salva, oppure no

Ripetendomi come un mantra che “posso scegliere di non avere paura, posso scegliere di non essere sfigata, posso scegliere di fare andare tutto bene” come mi consigliano di fare dalla regia, arrivo al check in dove scopro che invece sì, il mio tampone è proprio scaduto. 

Scado anche io nella disperazione più nera e mi precipito al parcheggio D a fare un tampone, dove ovviamente c’è una coda della Madonna. 

Chiedo a un po’ di gente di poter passare davanti, fino a che una gentilissima signora inglese di bianco vestita (sarà lei lo spirito del Natale?) mi dice che con la carta d’imbarco si passa davanti a tutti. 

Mi precipito a farmi una nuova lobotomia, ma l’infermiere non ha per nulla fretta. Io sto per impazzire dall’ansia, ma finalmente mi infila il rassicurante cottonfioc su per il naso e le mie ansie si placano. Ora devo solo aspettare 15 minuti per il referto.

Dopo 30 minuti sono di nuovo al check in e del referto nessuna traccia. 

Riaggiorno ogni secondo la pagina della mail con la stessa ferocia con cui riaggiornavo maniacalmente la pagina di tracking del regalo di Livio qualche giorno prima. Niente, non arriva, e senza referto non posso partire. Mancano 20 minuti alla chiusura del check in. 

L’hostess mi dice di correre al centro tamponi a farmelo stampare, quindi mi precipito fuori ma dopo 2 minuti mi arriva il cazzo di referto e torno di corsa al desk. A 12 minuti dalla chiusura riesco a fare il check in. 

Vado ai controlli, che sono intasati perché ci sono solo due tornelli per auto scannerizzarsi la carta d’imbarco e uno è bloccato da un’intera famiglia che non riesce a scannerizzare lo stramaledetto codice a barre. Nel frattempo diversi altri passeggeri vengono rigettati a causa di tamponi scaduti, plf mancanti, referti che non arrivano. 

Ai controlli c’è solo un addetto e solo un nastro funzionante. 

20 minuti alla chiusura del gate e la coda è immobile. 

Provo a chiedere all’addetto alla sicurezza se posso passare, e il lucifero mi risponde con un mezzo sorrisetto “eh no, bisogna che ti speti”. 

Provo a convincermi che non ho scelto io di star vivendo tutto questo e che non è una punizione divina, ma ciò non cambia lo stato delle cose. Nel frattempo però cambia lo stato del volo sul tabellone: stanno chiudendo il gate. 

Per fortuna lo spirito del Natale colpisce ancora, questa volta sotto forma di tre sorelle dirette a Tirana, che iniziano a dirmi di andare, di dire a tutti che stavo perdendo l’aereo e di andare e basta. Tutti sentono cosa stiano dicendo le sorelle di Tirana e mi lasciano arrivare ai controlli. 

Provo a sorpassare anche l’ultimo passeggero che però mi ferma e mi dice “tranquia, vado anche io a Edimburgo, finché non ci chiamano possiamo stare tranquIPASSEGGERIDELVOLORYANAIRPEREDIMBURGO” 

Siamo spacciati.

risonanze magnetiche

Scaraventiamo i nostri bagagli dentro alla macchina per la risonanza magnetica e ce li ricarichiamo addosso ancora caldi giusto prima di venire prelevati da un addetto di non so cosa che però aveva capito che la situazione era veramente disperata. Siamo in tre ritardatari. 

Corriamo come dei centometristi e scavalchiamo tutte le file, per poi scoprire che eravamo addirittura in 5 ritardatari! 

Nella fretta mi infilo nel gate sbagliato ma l’addetto di prima mi riacciuffa e mi infila in quello giusto. 

Non so se mi abbiano controllato carta d’imbarco e passaporto ma ormai è quasi fatta, mi lancio giù dalle scale e arrivo in pista. 

Forse sono salva ma la mia proverbiale ansia mi fa scattare l’ennesimo, sto giro inutile, campanello d’allarme e visto come stanno andando le cose nella corsa chiedo a chiunque incontri se quell’aereo era diretto a Edimburgo. Sembra di sì. 

Salgo le scale due a due. 

Le hostess mi dicono di calmarmi. Posto 11 c. Ce l’ho fatta. 

Partiamo con 10 minuti di ritardo. La prima tratta è andata. 

Ciao Montello
Translate »